3 maggio 2010

[replay] il suono del silenzio secondo Team Ico

Ripensare oggi ai due capolavori di Team Ico su Playstation2 fa pensare a quanto un'efficace iconografia giochi a favore della storia e dell'immersione in un videogioco.

Ritornare su Ico e Shadow Of the Colossus non porta alla mente capolavori di gameplay, sapiente disposizione dei tasti del pad, immediatezza d'uso o incredibili volumi poligonali, ma riporta piuttosto ad una serie di emozioni che hanno come comune denominatore il silenzio e la solitudine.

In un suo articolo su Super Console, il capace Marcello Cangialosi puniva Shadow of the Colossus accusandolo di non impegnare il giocatore tra un colosso e l'altro, tra una missione e la successiva. E leggendo quelle righe io ripensavo a quanto invece avessi trovato inutili e fastidiosi i combattimenti contro le shadow di Ico.

In questa contraddizione di opinioni si nasconde la grandezza e unicità del team Sony, e cioè la capacità di calare personaggi senza poteri particolari in due ambienti enormi, silenziosi e vuoti e sortirne videogiochi con tutti i crismi del capolavoro.

In Ico c'è un ragazzino che tenta la fuga dall'immenso castello in cui è rinchiuso. Ogni zona del castello mette il giocatore di fronte ad un enigma ambientale che una volta risolto porta un passo più vicini all'uscita.
Il castello aveva due qualità esemplari: era tanto enorme quanto bello e magnificamente strutturato ed era completamente silenzioso. Sentire i passi del ragazzino perdersi nel fruscio delle fronde al vento assorbiva completamente i sensi di chi giocava rendendo un concept semplicissimo un'avventura indimenticabile.
Per tentare di dare un certo ritmo al gioco, instillare un minimo senso del pericolo e creare una trama misteriosa i programmatori decisero di creare un nemico per il piccolo e l'eterea compagna che lo affianca nel gioco: delle ombre che tentavano di trascinare con la forza la ragazzina nel loro mondo.
Questa soluzione si rivelò la parte debole del gioco, in quanto i combattimenti con le ombre erano tutti uguali tra di loro rendendo l'azione di fatto noiosa e ripetitiva.

In Shadow of the Colossus con una scelta tanto coraggiosa quanto geniale i programmatori hanno rimosso l'unico difetto di Ico: inutili riempitivi sotto forma di nemico.
Sono riusciti a riempire le pianure, i deserti e le colline che separano i vari colossi con i tre elementi più distintivi del loro lavoro precedente: grandi spazi, silenzio e senso di solitudine.
Non c'era bisogno di un nemico in quanto passaggiare a cavallo di Agro tra le immense pianure di quel mondo fantastico era di per se giocare, sentirsi parte del mondo, respirarne l'aria profumata di prateria e di acque salmastre.

Ci voleva un team geniale per rendere il silenzio del vento protagonista di un gioco, e Sony lo ha trovato. Onore a Team Ico.

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