2 maggio 2010

[Multi] Darksiders

Darksiders è un clone spudorato di Zelda. E' così spudorato da essere giocoforza condannato ad essere un buonissimo prodotto ancora prima di cominciare il tutorial. Un po' come Uncharted era condannato ad essere un buonissimo gioco ancora prima di avere salutato Lara, Marcus ed essere partiti per il Sudamerica.

Peccato che mi cada sul finale dopo tante cose belle viste e giocate in precedenza. Dopo aver superato un ultimo noiosissimo dungeon con puzzle clonati da Portal ma meno fantasiosi si viene a sapere che l'arma che vi serve per sconfiggere l'uber cattivone è sparsa in tutti i mondi precedentemente visitati perchè è così che si fanno i giochi di successo. E allora via ad una fase tediosa e sorvolabilissima di backtracking, che riesce a rovinare buona parte dell'entusiasmo che avevate accumulato nelle 12 ore precedenti e che non tornerà fino ai titoli di coda che vi lasciano con la netta sensazione che Vigil Games abbia voluto tirare troppo la corda in nome di regole non scritte perchè troppo stupide per essere vere.

Ma per 12 delle 15 ore di gioco Darkiders diverte e a volte meraviglia.
Dopo un impatto che lascia dubbiosi, la grafica fumettosa e coloratissima si fa apprezzare a più riprese pur stridendo idealmente con l'atmosfera post-apocalittica in cui si sviluppano gli eventi.
L'avanzare del belligerante protagonista Guerra nel gioco sblocca combo ed azioni di che iniettano elementi RPG all'acqua di rose in quello che è prevalentemente un action adventure con protagonisti nerboruti e dialoghi risibili vietati ai maggiori a base di angeli e demoni.

La cosa che più stupisce il giocatore navigato è quanto siano intuitivi gli enigmi che si paventano lungo i dungeon. Questa è gente che ne sa di game-design, si pensa mentre i labirinti si disegnano sulla mappa e si scoprono armi come boomerang e rampini, omaggio citazione e plagio dei grandi del passato.

E' uno spreco che tutto questo sapere non sia stato convertito in saggezza e senso del polish, portando un giocatore ebbro di sincero stupore per un impianto di gioco così bene oliato verso il summenzionato finale logorroico e deludente, ma bisogna riconoscere che l'infausta scelta di design smorza solo in parte le indubbie qualità di un prodotto che merita rispetto ed un seguito che potrebbe scrivere una pagina importante di storia videoludica.

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