18 luglio 2010

[Xbox360] Alan Wake

C'è una cosa che resta in testa alla fine di Alan Wake, ed è la 'presenza' del bosco, la sua tangibilità, il suo farti sentire dentro un'entità percorsa da nebbie sottili che ne riempiono il polmone verde nascondendovi il male, la rabbia, asce e falci lanciate nel buio verso il protagonista.

C'è una storia che attinge a piene mani da filmografia e libri horror/psicologici, che si sviluppa senza mai concedersi troppo, che finisce lasciando molte domande in sospeso perchè è anche un progetto multimediale, un puzzle le cui tessere sono state sparpagliate tra web, cartaceo e videogaming per essere trovate e montate ma fornire comunque un quadro parziale di quanto si è vissuto giocando.

C'è Alan, scrittore in crisi che lotta tra luce e buio, costretto a combattere entità fatte di oscurità con l'aiuto di una torcia, pile al litio e qualche arma da fuoco. Alan, con la moglie rapita da forze oscure ed il villaggio di Bright Falls che non fa nulla per aiutarlo nella sua ricerca, pigramente adagiato in una splendida valle americana dove il pino ed il cervo sono i padroni di casa ma anche motori dell'economia locale fatta di caccia e lavori di falegnameria. Alan accompagnato dal manager cialtrone e motore dello humor del gioco, presente in dosi generose e incredibilmente mai fuori posto e sempre apprezzabile. Alan che capisce che quello che sta vivendo è una storia scritta da lui ma anche da un profugo di Rapture che ha perso la sua guerra contro il fluido nero e cerca di redimersi.

Ed infine ci sono i programmatori di Remedy, che sono riusciti a partorire un gioco in ritardo di anni, destinato a fallire, ed invece si è rivelato un pargolo vispo ed intelligente. Onore a loro, alla storia brillantemente tessuta, ai boschi scossi da nebbe e luci meravigliose, alla natura selvaggia, agli interni sempre ottimamente arredati, al loro rendere Bright Falls, la diga, la centrale elettrica, il Belvedere posti veri, reali, in cui è facile perdersi, farsi prendere dal panico, ma anche innamorarsi di un prodotto atipico, unico, pienamente riuscito.

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